Intervista ad Andrea Giavoni, bartender presso Offline Caffè (VR)
Com’è nata la passione per la mixology?
Nato in una famiglia di ristoratori, ho frequentato la scuola alberghiera sentendo fin da subito una predisposizione per la bartendency. Il mio professore di sala mi ha trasmesso la passione, la cura per i dettagli e la voglia di sperimentare, tre elementi fondamentali per far bene questo lavoro.
Dopo aver frequentato numerosi corsi di formazione in Italia, ho vissuto esperienze lavorative importanti a Madrid e Londra dove ho lavorato in svariate tipologie di locali per affinare le mie conoscenze e arricchire il mio bagaglio culturale.
Tutt’oggi provo un amore sconfinato per la mia professione e non la cambierei per nulla al mondo!
Come si sono evoluti i locali post pandemia?
La pandemia in Italia ha cambiato radicalmente l’esperienza dei clienti al locale: se prima il momento dell’aperitivo si trascorreva tutti insieme al bancone, ora l’esigenza è quella di trascorrerlo più appartati, magari in tavoli riservati. Inoltre, il binomio cocktail e food è ormai una costante imprescindibile per soddisfare le esigenze del consumatore.
Che caratteristiche deve avere oggi un locale per raggiungere il successo?
Al giorno d’oggi un locale deve essere “instagrammabile”, deve colpire l’occhio prima di tutto il resto. Via libera alla cretività, luci a led, angoli arredati con oggetti vintage o dallo stile anticonvenzionale. Bisogna stupire la propria clientela e coinvolgerla con una location mozzafiato, serate a tema, musica live e abbinamenti di sapori sempre più particolari.