Sono giorni difficili per gli agricoltori dell’Emilia Romagna che si trovano con i campi allagati e anni di lavoro coperti dal fango. Ma il problema sono anche gli allevamenti con gli animali che rischiano di affogare e che hanno bisogno immediato di essere evacuati, ma non sempre è possibile, spiega Assuero Zampini, classe ’60, direttore di Coldiretti Ravenna: “Stamattina sono riuscito ad arrivare in due aziende per vedere se era possibile evacuare ma in una, la Liverani, questo non è stato fattibile. Hanno 500 capi e si stanno organizzando alzando protezioni per fare in modo che il bestiame non finisca sott’acqua”. Ma il problema non è solo l’acqua, oltre alle frane, che hanno fatto saltare i collegamenti, in molti posti manca l’elettricità e l’acqua potabile: “Con l’aiuto del prefetto siamo intervenuti a Conselice per portare acqua potabile al caseificio Fucci Giacomo e alla cooperativa Cab Massari”.
“A Ravenna facciamo i conti con la seconda alluvione – dice Zampini -, questo è un colpo mortale per un territorio coltivato ad albicocche, pesche, susine, pere, mele e ciliegie. Dopo 15 giorni sott’acqua le piante sono destinate a morire e sarà un’impresa titanica ripiantarle considerando che per rifare un ettaro di frutteto servono 50mila euro. Senza contare il disastro sulle sementi, circa 6mila ettari, di cui Ravenna è un distretto importante per tutta Italia e anche per l’Europa per barbabietole, cicoria, carote e cavoli. Speriamo che i vigneti possano resistere”.
Ma adesso “la prima cosa è mettere in sicurezza le persone. Lo abbiamo detto a tutti i nostri soci. Poi quando si torna all’asciutto penseremo alla conta dei danni – precisa Zampini ricordando la forza degli agricoltori, infatti – decine di soci stanno partecipando agli aiuti con i propri trattori per portare alimenti e fornire assistenza alla popolazione”.