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LA PIZZA DI PAOLO E ROSETTA

Se in Piazza Corrubio sentite il profumo di pizza nell’aria di certo siete davanti a “La pizza di Paolo e Rosetta”, un’istituzione per tutti i veronesi, e a testimonianza di ciò fa bella mostra di sé l’ambita targa delle botteghe storiche della città. A gestirla è Paolo Simeoni insieme alle figlie Francesca e Debora e al nipote Michele, suo braccio destro. 

Una realtà con radici profonde, ma lo sguardo rivolto in avanti, alla ricerca di prodotti di qualità e abbinamenti di sapore nuovi e ricercati, davvero adatti a tutti i palati. “Siamo aperti da 43, dal 1979 e mia mamma, la Rosetta, a 92 anni resiste ancora – racconta Paolo -, spero anche io di poter lasciare qualcosa di buono a chi verrà dopo di me. Al tempo mio papà lavorava in un panificio e ha proposto di aprire una pizzeria al taglio, cosa che è costata anche molto studio, ma che nel tempo ci ha portato ad allargare la nostra offerta”. 

Una scelta che nel tempo ha premiato la pizzeria che quest’anno si è aggiudicata il secondo posto tra le realtà più amate sfidando ben 170 concorrenti. Un risultato che per Paolo va ricercato nella qualità del prodotto e nella sua squadra, fatta di persone disponibili e competenti. 

Di pizza da Paolo e Rosetta ce n’è per tutti i gusti: “Facciamo vari tipi di impasti, in teglia con lievito naturale, la pizza alla pala, poi la pizza con impasto scuro multicereali, che con le melanzane è una prelibatezza. E poi c’è la tondina, una pizza speciale che viene cotta con il vapore e sembra quasi di mangiare aria”, spiega Paolo. 

Ma com’è una giornata tipo? “La mattina presto facciamo gli impasti e la prima cottura in teglia, poi prepariamo gli ingredienti che vanno sempre freschi sulla pizza prima dell’ultima cottura. È un lavoro che necessita passione e impegno, e tutto questo crea un prodotto di qualità”.  

Nel locale si fanno anche aperitivi, con taglieri di formaggio e salumi e l’immancabile pizza, da gustare calda, sfornata al momento: “Le persone da noi si sentono a casa e si divertono a passare la serata in una bella piazza gustando del buon cibo”, ci spiega Paolo. 

Come in tante botteghe artigiane anche qui lavorano spalla a spalle generazioni diverse: “Collaborare con le miei figlie e mio nipote è di stimolo per ognuno di noi. Francesca, Debora e Michele svolgono ruoli diversi, ma tutti danno il massimo per migliorare, anche perché io sono uno abbastanza esigente”, racconta Paolo. 

Ma di andare in pensione non se ne parla: “Aspetto ancora un po’ prima di lasciare tutto nelle loro mani, voglio che prima siano preparati sotto ogni punto di vista, il passaggio di consegne deve essere graduale per tutti”. 

“Da tempo siamo associati di Casartigiani Verona – spiega Paolo – a loro ci affidiamo per tutto quello che riguarda i corsi di aggiornamento, perché non basta seguire sempre nuovi corsi per produrre una buona pizza, bisogna farlo seguendo le regole”. 

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