Alex Vantini, Presidente di Coldiretti Verona, fa un bilancio dell’anno 2022 e racconta le prospettive future che vedranno protagonista il settore agricolo.
Come descriverebbe questo 2022?
Il 2022 lo definirei un anno molto particolare: si pensava sarebbe stato l’anno della ripartenza post Covid e che il settore agroalimentare sarebbe stato il motore primario di questa nuova fase ma così, purtroppo, non è stato. Già a inizio anno, infatti, ci siamo scontrati con l’aumento esponenziale dei costi di produzione, energetici e del gasolio. Successivamente, lo scoppiare del conflitto in Ucraina ha peggiorato ulteriormente la situazione, senza dimenticare la fortissima siccità che ha caratterizzato questa annata e il conseguente aumento dei costi di irrigazione. Questa situazione di incertezza incide inevitabilmente sull’entusiasmo degli agricoltori, oltre che sulla produzione. Un settore che invece continua a registrare trend positivi è quello vitivinicolo che, nella provincia Veronese, è diventato il primo settore in termini di valore per quanto riguarda l’export alimentare. Coldiretti, oggi più che mai, è coinvolta non solo nella salvaguardia delle eccellenze territoriali ma anche nella salvaguardia delle produzioni dalla minaccia del cibo sintetico. Gli investimenti in questo campo stanno crescendo, sulla spinta di produzioni che vengono spacciate come “più green” e meno dannose per l’ambiente. Noi crediamo fortemente che la produzione green del cibo non passi attraverso nuovi modelli di produzione ma piuttosto attraverso nuovi modelli di consumo: dobbiamo esportare la dieta mediterranea, riconosciuta patrimonio culturale Unesco, e la straordinaria biodiversità del nostro Paese.
Quali progetti caratterizzeranno il nuovo anno di Coldiretti?
Stiamo portando avanti un’attività di promozione molto importante che riguarda le produzioni ortofrutticole della nostra provincia veronese. In particolare, abbiamo lanciato un’attività di promozione della Mela di Verona, per la quale vorremmo arrivare all’ottenimento della certificazione IGP nei prossimi anni per dare un’identità a questo prodotto storico. In ugual misura vorremmo portare in auge altre eccellenze territoriali quali la Pesca di Verona, già certificata prodotto IGP, la Ciliegia e l’Asparago.
Il 2023 non sarà un anno semplice, dovremo mettere in campo le strategie per permettere la resilienza del settore agricolo.
Un altro tema fondamentale del nuovo anno sarà quello della ricerca e di una nuova politica agricola comune: nel 2023 scatterà la nuova PAC che richiederà degli impegni di carattere ambientale importanti da parte degli agricoltori, i quali devono però essere messi nella condizione di poter fare produzione. Questo significa sviluppare la ricerca, avvicinandosi anche alle attività di genetica più avanzata.