“Spesso buono oltre il…”, è questa la scritta che l’Unione Europea vuole aggiungere sulle etichette degli alimenti, una novità assoluta per ridurre gli sprechi alimentari. La modifica della scadenza però al momento è contenuta solo in una bozza di atto delegato sul quale Bruxelles è al lavoro per mettere d’accordo tutti gli Stati membri.
A chiamare a gran voce questa svolta è la volontà di ridurre gli sprechi, che nel Vecchio Continente segnano numeri da capogiro: si parla di oltre 50 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari (ben 127 chili per abitante) che vengono prodotti nell’Ue ogni anno, con un costo di circa 130 miliardi di euro. Sfatiamo un mito: gli sprechi non pesano solo sull’ambiente, ma anche sul portafogli.
L’intervento sulla data di scadenza era già stato annunciato da Bruxelles nel 2020 con la strategia Farm to Fork: l’introduzione della nuova dicitura consentirà “una migliore comprensione della data di scadenza”, influenzando “il processo decisionale dei consumatori in merito all’opportunità di consumare o eliminare un alimento”.
A dettare la linea sono in parallelo anche gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu che impegna gli Stati membri a ridurre gli sprechi alimentari del 50% entro il 2030, uno sforzo davvero enorme. Ma come detto sopra, sprecare meno ci permetterà non solo di risparmiare, riducendo le emissioni di CO2 e migliorando l’ecosistema, ma anche aumentando l’equità sociale. Perché se ci sono paesi dove il cibo viene buttato perché magari scaduto da appena un giorno, ce ne sono altri dove invece il cibo è un lusso che pochi possono concedersi.