Pozzo sotterraneo, irrigazione a goccia, fruttaio dove far appassire l’Amarone e, in futuro, pannelli fotovoltaici su tutti i tetti dell’azienda. Camilla e Selene Capurso, la nuova generazione che ha preso le redini dell’azienda vitivinicola Moranda, in Valpantena, si sono salvate così dalla grande siccità dell’estate 2022 e anche dalla crisi energetica.
“La siccità l’abbiamo sentita anche qui, ma, contrariamente ad altri, non abbiamo subito perdite produttive – racconta Camilla Capurso, vicepresidente di Confagricoltura Verona -. Il pozzo privato, realizzato quasi 20 anni fa, è stato preziosissimo. Lo facemmo costruire nella torrida estate del 2003 e questa decisione si è rivelata a lungo termine una mossa azzeccata. Nonostante quest’anno la falda sotterranea abbia sofferto parecchio la penuria d’acqua, grazie all’irrigazione a goccia l’acqua è stata razionalizzata e le piante non sono andate in stress”.
Così nascono i grandi vini, Amarone e Valpolicella superiore, oltre a un IGT chiamato “Diavolo Rosso”, un vino dolce, “Bianca”, dedicato alla mamma e una grappa di amarone. In tutto circa 20.000 bottiglie all’anno, vendute in Italia, Nord Europa, nel wine shop e ai clienti (tantissimi stranieri) dell’agriturismo dell’azienda.
“Avremmo la possibilità di ampliarci, ma puntiamo molto più alla qualità che alla quantità – spiega Camilla -. Utilizziamo i più avanzati strumenti per la difesa integrata e le più aggiornate pratiche per proteggere noi stessi e l’ambiente in tutte le operazioni agronomiche, raggiungendo così una sostenibilità a tutto tondo: economica, sociale e ambientale. Abbiamo anche introdotto alcune arnie di api, insieme ad alcune piante mellifere che attirano gli insetti, ma non per la produzione di miele bensì come sentinelle dell’ambiente. La loro salute e proliferazione ci indica che la qualità dell’aria è buona”.
Il tema dei rincari energetici, aggravato dal conflitto in Ucraina, è sentito molto anche dal mondo vinicolo. “Tutti abbiamo cifre doppie o triple in bolletta – dice Camilla Capurso -, ma al momento riusciamo a contenere i costi per l’appassimento dell’Amarone nel fruttaio perché il locale sta incanalando perfettamente l’aria e il vento, evitando di farci accendere gli impianti. Nel frattempo, abbiamo fatto domanda per accedere ai fondi del PNRR per installare su tutti i tetti aziendali i pannelli fotovoltaici. Il tema dell’energia sarà sempre più importante per le aziende agricole e noi vogliamo farci trovare pronti”.