Sull’antica linea di confine tra i due domini
Panorami infiniti, natura incontaminata, testimonianze storiche e buona cucina. Cosa si può chiedere di più ad un rifugio di montagna? Beh, magari che sia facilmente raggiungibile, a piedi o in bici per i più allenati, ma anche in auto per una serata a cena, in fuga dalla calura estiva. E visto che siamo gente davvero esigente, anche di essere accolti da un gestore come Andrea, che ti conquista con la sua simpatia e disponibilità. Tutto questo lo possiamo comodamente trovare al rifugio Castelberto.
Siamo all’estremo lembo nord del Parco Naturale della Lessinia, pochi chilometri sopra Erbezzo, a quota 1765m, lungo quella che fino alla Prima Guerra Mondiale era la linea di confine tra il Regno d’Italia e l’Impero Austroungarico. Di quel periodo il rifugio conserva i connotati austeri della sua prima destinazione d’uso: una caserma posta in posizione strategica per controllare l’avanzata delle truppe austriache lungo le valli trentine. E proprio quella posizione oggi diventa quanto di più impagabile regala oggi Castelberto: un panorama incomparabile che abbraccia la Val d’Adige e la Valle dei Ronchi, spaziando alle cime del Pasubio e del Carega. A ovest, il Lago di Garda e le creste del Baldo, poi l’Altissimo, l’Adamello, e ancora più a nord, i profili delle Dolomiti di Brenta, il Bondone e la Paganella chiudono l’orizzonte.
Qui, immersi in questa sconfinata bellezza, durante la stagione estiva e nelle belle giornate invernali si mangia all’aperto, nell’area soleggiata che può ospitare fino a 60 persone e dove funziona anche il chiosco per garantire un veloce ristoro agli escursionisti che vanno di fretta. Per quanti invece amano indugiare con i piaceri della tavola, la calda e caratteristica stube è pronta ad accoglierci con un menù fatto dai piatti più tipici della tradizione della Lessinia: taglieri di formaggi locali e affettati, gnocchi di malga, zuppe di cereali e minestroni, canederli e tagliatelle. I secondi riservano, tra i vari sapori, polenta e spezzatino, polenta e funghi, carne salata, bistecche di puledro. Tutti artigianali i dessert, dove non mancano crostate di frutta, torta di ricotta e limone, torta di grano saraceno.
E dopo aver apprezzato le delizie della tavola, non può mancare una breve passeggiata per arrivare all’osservatorio, dove scoprire i nomi, le direzioni e le altitudini delle cime più famose che fanno da corona naturale all’altopiano. Lì intorno si possono poi visitare le trincee e le postazioni, di recente restaurate, che per tre lunghi anni durante la Grande Guerra hanno ospitato i soldati italiani chiamati a vigilare su questo tratto di confine. Volendo poi godere appieno delle magiche atmosfere di tramonti e sorger del sole in Lessinia, il Rifugio Castelberto offre la possibilità di pernottare in una comoda e caratteristica camerata con letti a castello singoli e matrimoniali, con doccia e bagno in comune.
Gianluca Marastoni