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SANITÀ PUBBLICA IN DECLINO

La gestione delle risorse a tutela delle proprie vite

Dopo la risalita emergenziale legata alla pandemia la Spesa sanitaria pubblica prosegue il suo declino
quantitativo. In rapporto al PIL già spendiamo meno dei nostri cugini europei e, anche nelle proiezioni
del governo, nei prossimi anni proseguirà la sua discesa stretta tra vincoli di bilancio che tornano a
essere assai stringenti. Il declino quantitativo difficilmente potrà essere arrestato in un Paese che presenta gravi squilibri non solo di bilancio ma anche demografici, con incremento della domanda di Salute legata all’invecchiamento della popolazione e la riduzione dell’offerta visto che le classi anagrafiche attive già stanno diminuendo. Ma questi sono solo temi alti, solo parole.

Ordinariamente al declino quantitativo segue quello qualitativo. E questo, invece, ci impatta direttamente tutte le volte che abbiamo bisogno. E ci fa toccare con mano cosa i numeri e le parole
possano poi realmente significare. In questo scenario chi può deve valutare soluzioni di natura privata. Confidando comunque che il SSN, conquista di civiltà, riesca a restare in grado di assicurare gli elementi di base del diritto alla Salute di tutti. La realtà dei fatti ci dice che tutti i cambiamenti intervenuti nel corso degli anni in ambito welfare statale hanno ridotto sensibilmente

le protezioni e le sicurezze di cui tutti noi potevamo godere fino a qualche anno fa. Non è più automatico ricevere soldi da parte degli enti pubblici in caso di infortunio e se ci si riesce spesso non bastano a garantirsi le migliori cure e il mantenimento di un tenore di vita dignitoso. Oggi può accadere che in caso di infortunio invalidante al 100% si abbia diritto ad un misero assegno mensile di 286,61 euro. A tanto ammonta infatti la pensione di inabilità per invalidi civili per l’anno 2021. Ormai nemmeno i dipendenti, pubblici o privati, sono ben tutelati contro gli infortuni. E ancora meno tutelati sono i soggetti che non lavorano, non solo disoccupati, ma anche casalinghe e bambini.

Ad oggi, infatti, il quadro delle tutele pubbliche è molto variegato, per cui è utile prima di tutto capire il contesto e sapere come cambiano i sostegni statali in relazione alle diverse tipologie di infortunio. Il punto di partenza è la tutela garantita a tutti da parte dello Stato, a prescindere dalla condizione
lavorativa, dall’età, dal sesso e dai contributi versati. È previsto per le persone a cui sia riconosciuta una
inabilità lavorativa totale e permanente, cioè che abbiano un’invalidità del 100%, non inferiore. Si tratta, però, di un aiuto molto basso: soli 286,81 euro al mese per 13 mensilità e sempreché il richiedente
abbia un reddito inferiore a 16.982,49 euro. La situazione cambia un po’ quando si cominciano a versare contributi INPS e INAIL, le famose trattenute in busta paga.

Diviene urgente, per tutti noi, pianificare individualmente e in maniera attenta la gestione delle risorse, al fine di non farci trovare impreparati sugli aspetti più importanti e impattanti sulle nostre vite. Per questo un confronto sulla pianificazione finanziaria e patrimoniale con un professionista del settore costituisce sempre più una priorità.

PIER PAOLO ABBÀ
Wealth Advisor Mediolanum
+39 3405158710
pierpaolo.abba’@bancamediolanum.it

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