Intervista a Sergio Cau, componente designato CDA ESU di Verona.
I giovani e la cucina: due mondi ormai sempre più vicini…
La buona cucina, si sa, è da sempre presente nel DNA degli italiani e cimentarsi con essa è sempre stata una delle ambizioni più diffuse tra i giovani.
Dopo mesi e mesi di lockdown, in cui tutti ci siamo almeno una volta cimentati nell’impastare in casa pizze e focacce, finalmente si vede la luce in fondo al tunnel e torna la voglia di socialità, di stare insieme, di pranzare e cenare nei ristoranti. Il settore del Food&Bevarage, in grande crescita grazie anche ai numerosi programmi televisivi dedicati alla cucina, ha creato dei nuovi idoli per i giovani e sempre più sono coloro che si dedicano alla cucina, sognando, un domani, di diventare anch’essi degli chef di successo.
Qual è il ruolo che l’università ricopre per aiutare i giovani a farsi strada in questo ambito?
Anche le università, sull’onda del sempre maggior sviluppo del settore, si sono attivate istituendo sempre più corsi di laurea in grado di formare e preparare gli operatori che nel futuro dovranno valorizzare, salvaguardare e promuovere le specificità enogastronomiche di tutto il territorio italiano. Se infatti, in passato, si attingeva quasi esclusivamente dal bacino dei diplomati delle scuole superiori alberghiere, oggi il settore richiede sempre più figure altamente specializzate e preparate tanto sul piano pratico quanto su quello teorico. Basti pensare che una qualsiasi attività ha un sempre maggiore bisogno di risorse umane al suo interno, con conoscenze che spaziano dalla gestione finanziaria dell’attività, al marketing e comunicazione, alle conoscenze chimiche e organolettiche dei cibi sino ad arrivare a possedere una profonda consapevolezza della storia e della cultura del cibo.
Come è cambiato il settore in questi ultimi anni e quali sono le nuove figure emergenti?
In questo scenario sono sempre più i giovani che decidono di frequentare i vari corsi di laurea offerti dalle università e altrettante sono le nuove figure professionali che si stanno affacciando sul mercato del lavoro: basti pensare al Food&Beverage Manager, una figura manageriale che si occupa della scelta dei prodotti e dell’approvvigionamento del locale, o ai food blogger e ai food influencer, capaci di influenzare attraverso l’uso dei social le scelte dei consumatori. Ma non solo, si pensi alla tecnologia: sino a pochi anni fa era impensabile prenotare un tavolo al ristorante tramite app o gestire gli ordini ai tavoli attraverso un tablet o il proprio smartphone e così, sempre più sono gli esperti informatici che lavorano allo sviluppo costante di soluzioni IT per bar, ristoranti ed enoteche. Insomma, un mercato che sta vivendo una rapidissima evoluzione e che sta spingendo molti giovani studenti a tralasciare i corsi di laurea classici per dedicarsi sempre di più allo studio di questo settore.
In che termini le Università possono sostenere nuove opportunità di impiego per i giovani nel settore Food&Beverage?
In Veneto, l’Università di Verona e di Padova sono le realtà che meglio di tutte hanno saputo intercettare la necessità di formare nuove risorse umane per il mondo del lavoro istituendo un corso di Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche e uno di Scienze e Cultura della Gastronomia; ottimi sono anche i riscontri da parte dei laureati che riescono a trovare lavoro senza grandi difficoltà e che si dichiarano soddisfatti del percorso di studi affrontato. È proprio, allora, il caso di dirlo: i giovani d’oggi meglio di tutti interpretano la regola degli antichi grechi delle 3 C: cibo, cultura e convivialità.